TELEMEDICINA E SANITA' MILITARE

 

Gen. Michele Anaclerio

 Consigliere del Ministro della Difesa per la Sanità Militare

  

 

Prima di tutto ringrazio il Professor Alessandro Perrone Presidente di questo nobile vetusta e prestigiosa Accademia che mi consente di parlare di fronte ad un  Auditorio così qualificato.

 

Ringrazio altresì gli amici di vecchia data Mario Costa e Michelino de Medici, con i quali, nel complesso e sovente caotico panorama sanitario operativo nella Capitale, specie nel settore dell’emergenza, ho avuto frequenti e costruttivi contatti nel corso della mia direzione del Policlinico Militare del Celio.

 

Mi è stato chiesto di parlare su un argomento dal titolo suggestivo “ Telemedicina: sogno o realtà”.

 

Vi parlerò del percorso che nel settore della Difesa ha consentito nell’arco di circa dieci anni di passare dal sogno ad una realtà con contorni, forme e contenuti sempre più rilevanti ed in continuo sviluppo.

 

Mi è stato indicato un limite temporale che mi prefiggo di rispettare restando a disposizione per chiarimenti e precisazioni al termine della mia relazione.

 

E’ noto a tutti che la Telemedicina intesa come scambio di dati sanitari per via telematica è uno strumento con finalità molteplici che vanno dalla diagnosi a distanza, alla teleconferenza, al teleconsulto, all’intervento chirurgico guidato, alla formazione ed all’aggiornamento del personale sanitario.

 

La Sanità Militare non poteva ignorare il valore di tale strumento dove considerate che

da oltre venti anni svolge la sua azione umanitaria nelle missioni che hanno visto le nostre truppe interporsi tra fazioni in conflitto nelle sedi più disparate del pianeta.

Dove voi vedete raffigurata la croce rossa sono stati dislocati e resi operativi gli ospedali da campo dell’Esercito Italiano.

 

L’utilizzo dello strumento della Telemedicina da parte della nostre Forze Armate inizia nel 1996 dopo l’insediamento sul territorio Bosniaco del contingente militare italiano inviato in seguito all’applicazione degli accordi di pace di Dayton.

 

Si ravvisò all’epoca, infatti, la necessità di garantire un supporto sanitario plurispecialistico non solo alle truppe presenti in quel teatro ma anche alla popolazione civile in considerazione della marcata connotazione umanitaria di quella missione.

 

Lo scopo era quello di utilizzare nel modo migliore le risorse limitate di personale medico ad elevata specializzazione e nel contempo di evitarne l’isolamento professionale una volta collocati in Teatro.

In giocoforza utilizzare il percorso satellitare che era l’unica via trasmissiva percorribile visto lo stato di distruzione infrastrutturale in cui versava il Paese.

 

Nell’ambito di un progetto con acronimo SHARED (Satellite Health Access for Remote Environment Demostrator) che vedeva coinvolti il Ministero della Difesa, l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), la European Space Agency (ESA) e, l’allora consorzio, oggi, Società Telbios (joint venture tra l’Alenia Spazio e l’Istituto Scientifico San Raffaele di Milano), nel mese di settembre del 1996 veniva attivato il primo collegamento tra l’Ospedale da campo italiano, istallato a Sarajevo, nell’area disastrata della Caserma Tito già sede dell’Accademia Militare dell’Esercito delle federazione Jugoslava, l’Ospedale San Raffaele di Milano ed il Policlinico Militare Celio di Roma.

 

Ecco quindi, che in riferimento al tema di questo Simposio, la  mia è una testimonianza di una realtà che vede la Difesa italiana utilizzare il teleconsulto da oltre un decennio tramite stazioni satellitari nell’assistenza civile e militare correlata alle missioni delle nostre Forze Armate al di fuori del territorio nazionale.

 

Dopo una sperimentazione nell’ambito del progetto SHARED, durata quattro anni, è stata senza ombra di dubbio, confermata la validità del presupposto iniziale mirato a collegare, tramite satellite, strutture sanitarie anche molto distanti tra loro, utilizzando canali di comunicazione a banda larga, sia per effettuare consulti audio-video in tempo reale, nonché per trasmettere radiogrammi, ecografie, preparati microscopici, con elevata qualità di immagine.

 

Dopo il collegamento iniziale con Sarajevo, venivano attivate in successione una stazione periferica in Albania, una in Kosovo ed in Iraq.

 

 In atto è attiva h24 la stazione in Kosovo che,  oltre che dare assistenza al personale militare e civile impegnato nella missione in quella delicatissima area dove coesistono etnie diverse in un equilibrio molto precario per le violente contrapposizioni anche di credo religioso, consente alla popolazione locale di fruire di teleconsulti di elevata qualificazione.

 

Va aggiunto che a integrazione dei canali satellitari sono utilizzabili canali trasmissivi terrestri ISDN e XDSL.

 

E’ ovvia l’importanza di simili collegamenti in occasione di eventi sismici o altre catastrofi ambientali.

 

Per fare un esempio concreto di intervento  della Telemedicina Militare a supporto della società civile nel 1997 l’Ospedale da campo dell’Associazione Nazionale Alpini, installato a Nocera Umbra dopo il terremoto, fu messo in rete utilizzando una stazione mobile di telemedicina superando il black-out trasmissivo legato all’interruzione dei collegamenti terrestri via cavo.

 

Nel corso di questo decennio il Know-how si è notevolmente raffinato sia nell’utilizzo delle piattaforme satellitari che nell’implementazione quali-quantitativa delle stazioni periferiche terrestri nonchè nel potenziamento della stazione fissa capomaglia del “Celio”.

Dalle trasmissioni dati a 384 Kbit si è passati alla trasmissione attuale  a 2 Mbit con incredibile miglioramento della già buona qualità delle immagini trasmesse.

 

 

Attualmente le immagini Rx  digitali che da un sito remoto a migliaia di km vengono trasmesse al reparto radiologico del Celio possono essere esaminate in tempo reale od in differita  consentendo al medico richiedente un conforto diagnostico accurato competente e adeguatamene sollecito.

 

Il sistema messo a punto dalla Difesa a seguito di un contratto con la Società Telbios cui partecipano come azionisti la Telecom, che ci ospita oggi, e Telespazio società Finmeccanica-Alcatel oltre che l’Istituto Scientifico S.Raffaele di Milano, attualmente fa riferimento alla piattaforma satellitare  Skyplexnet  ma è in via di attuazione altresì  per gli scopi di teleassistenza sanitaria l’utilizzo anche del satellite militare in orbita Sicral.

 

Dal settembre 1996 al 31 ottobre 2006 sono state  effettuate

·        11025 ore di sessioni satellitari (test, prove, casi, ecc.); di cui

·        6284   ore dedicate ai soli casi clinici; con

·        1531  ore dedicate a teleconsulti

·        2851   dedicate a teleconsulti;    di cui

·        1509     i militari trattati (diagnosi e terapia); e

·        1342     i civili trattati (diagnosi e terapia);

·        250     Medevac evitati grazie ai teleconsulti

 

Ritengo, in conclusione di questo veloce excursus,  che la Difesa abbia dimostrato di voler mettere al servizio della nazione il patrimonio di conoscenza ed esperienze maturate nel settore, contribuendo a superare gli steccati che talora frenano un percorso spedito nella realizzazione di obiettivi concretamente raggiungibili e cercando di evitare sovrapposizioni delle numerose progettualità esistenti, ma in atto scoordinate, con una imperdonabile dispersione in troppi rivoli delle  scarse risorse economiche disponibili per il settore.