La diagnosi precoce del tumore del polmone oggi

S. Greco

 

Il carcinoma polmonare è la principale causa di morte per cancro nel mondo, sia nel sesso maschile sia nel sesso femminile e provoca, solo in Italia, circa 30000 morti l’anno. Nonostante i progressi dell’oncologia moderna, l’unica possibilità di sopravvivere alla malattia è ancora oggi legata alla resezione chirurgica e quindi alla diagnosi precoce, possibile solo in una modesta percentuale di casi. Lo screening sui fumatori (che rappresentano più del 90% dei soggetti colpiti da carcinoma polmonare) aveva dato in passato risultati deludenti: gli studi storici condotti negli anni ’70, che utilizzavano la radiografia del torace una volta all’anno, non avevano dimostrato alcun impatto né sulla diagnosi precoce né sulla mortalità. L’elevata sensibilità della tomografia computerizzata e la possibilità di effettuarla con basse dosi (LDTC) di radiazioni ha promosso nell’ultimo ventennio numerosi studi di screening in tutto il mondo, che hanno dimostrato, con l’impiego della LDTC una volta l’anno, un incremento della diagnosi di neoplasie polmonari e di forme in stadi precoci (IA e IB), trattabili chirurgicamente. Circa 18 mesi fa, inoltre, sono stati pubblicati i risultati del National Lung Screening Trial, che ha dimostrato anche una significativa riduzione della mortalità (-20%) per carcinoma polmonare nei pazienti sottoposti a screening annuale con la LDTC rispetto a quelli sottoposti a radiografia standard.

La generalizzabilità di questo studio ad altri contesti è tuttavia limitata dalle differenze esistenti tra i diversi paesi sia nelle caratteristiche demografiche sia in quelle relative ai sistemi di salute pubblica.

Vista la bassa prevalenza delle lesioni neoplastiche rispetto a quelle benigne (che rappresentavano, nel National Lung screening Trial, (il 96,5% dei noduli non calcifici di diametro >4 mm rilevati dalla LDTC), è di grande importanza che per i futuri studi definire meglio le caratteristiche cliniche dei pazienti da sottoporre allo screening mediante LDTC. Lo sviluppo di marcatori genetici da dosare nel sangue periferico e nell’espettorato potrebbe contribuire ad identificare soggetti fumatori a maggior rischio di sviluppare una neoplasia polmonare che potrebbero giovarsi maggiormente della procedura di screening.

 

Dott.ssa Stefania Greco

II UOC di Pneumologia Oncologica, AO San Camillo-Forlanini